Buongiorno cari lettori! Oggi parliamo di un romanzo appena uscito in Italia, di una delle voci nuove (per noi) del panorama letterario nipponico. Vi racconto Nipponia Nippon di Abe Kasughize.

Era da diversi mesi che non mi ritrovavo a leggere un libro così intrinsecamente giapponese: nello stile, nei contenuti, nelle modalità in cui vengono raccontate l’interiorità e le emozioni del protagonista. Chi, come me, ama la letteratura nipponica avrà ben inteso cosa voglio dire. Ho ritrovato in questo libro l’atmosfera tragica, malinconica, morbosa, dedita alla descrizione minuziosa tipica dei migliori romanzieri del Sol Levante. Mi sono ritrovata a casa, insomma. Ora ve lo racconto.

Il libro narra la storia del diciottenne Toya Haruo, un ragazzo problematico e mentalmente squilibrato, che decide di escogitare un grande piano per uscire dall’anonimato di una vita insignificante. La sua idea è semplice quanto ben congeniata: raggiungere il Centro per la salvaguardia dell’ibis crestato giapponese (nome scientifico Nipponia Nippon) sull’isola di Sadogashima e liberare o sterminare gli ultimi esemplari rimasti. Le due alternative, diverse quanto efficaci, permangono vive nella sua mente fino agli ultimi giorni. Indeciso, Haruo, non sa come comportarsi con gli uccelli e l’unica sicurezza che ha è di voler cambiare l’ordine delle cose. Entrambe le soluzioni gli paiono ottimi metodi per diventare famoso, solo alla fine deciderà il destino degli ibis. Questi volatili così particolari fanno parte della specie dei ciconiformi e sono in via d’estinzione ormai dalla fine degli anni ’80. Ne sopravvivono solo alcuni esemplari a Sadogashima e in Cina. Per l’appunto i governi dei due paesi tentano di far accoppiare gli ibis rimasti per riformare la stirpe giapponese, non senza difficoltà.

Haruo si sente molto legato, in via eccezionale, con questi volatili. Questo perché un giorno, quando frequentava ancora le medie, aveva scoperto che il primo carattere cinese del suo nome si poteva leggere anche come toki, altro nome dell’animale. Questa scoperta lo lega indissolubilmente agli ibis, si convince così che il loro destino sia unito e condiviso. A quel tempo, però, non gli è ancora venuto in mente il piano. Inizierà a formarsi nella sua testa con l’allontanamento forzato dalla sua cittadina natale e il trasferimento a Tokyo. Haruo inizia a vivere da solo, il lavoro che i genitori hanno trovato per lui non gli interessa, non ha amici e nessuno lo avvicina. E’ così che inizia a passare tutte le ore del giorno e della notte su internet per reperire informazioni su qualunque cosa gli venga in mente, è il suo unico contatto con il mondo esterno. Navigando nel web, un bel giorno, gli tornano in mente i suoi cari amici ibis e inizia a fare morbose ricerche su tutto ciò che li riguarda. Il piano si forma nella sua mente, andando ingigantendosi per mesi e mesi di reclusione quasi totale.

IBIS
Ibis crestato giapponese

I motivi dell’allontanamento di Haruo dalla sua famiglia e dal liceo che frequentava rimangono per diverse pagine misteriosi. Piano piano, poi, scopriamo che c’è di mezzo una giovane studentessa sua coetanea di nome Sakura..di cui però non vi svelerò niente di più! Con il passare di questi oscuri mesi, nella mente di Haruo vanno a coniugarsi la volontà di liberare gli ibis dalle costrizioni imposte loro dalla società umana e dalla politica del suo paese con la figura evanescente e idolatrata della ragazza. Nello stesso arco di tempo il ragazzo inizierà a preparare il suo piano, e il viaggio fino a Sadogashima, con puntualità e grande attenzione. Ogni minimo dettaglio dovrà essere perfetto e lui prende in esame ogni inconveniente possibile, così da trovarsi preparato a tutte le evenienze. Decide anche una data ben precisa: il 14 ottobre, sei mesi dopo il suo diciottesimo compleanno. E’ convinto che tutti lo saluteranno come un eroe, aprendo finalmente gli occhi di fronte a quella grande mistificazione che è la questione Nipponia Nippon, come lui l’ha soprannominata sul suo diario.

La scrittura di Kazushige è diretta, semplice ma ricca e in continua tensione. Dosa le informazioni poco per volta, scaraventandoci da subito nel bel mezzo dell’azione narrativa. Il libro mi è piaciuto moltissimo, un ottimo esempio di suspence alla giapponese, una trama lineare ma centellinata ad arte per il lettore. L’autore ci presenta le vite di alcuni giovani, in particolare il protagonista Haruo: esistenze disagiate, occultate, morbose, negative, senza speranza, dove gli affetti non esistono e le fantasie sono la materia di cui è formata la realtà. Il ragazzo vive in un mondo altro in cui la sua sola visione è ciò che dà vita a tutto quello che lo circonda, è lui il perno del mondo intero. Una visione pessimistica e crudele del turbamento adolescenziale, che si trasforma in una maturità incapace di conformarsi e di conoscere la serenità. Un romanzo breve, ma molto intenso, a cui rimango particolarmente legata per i temi e lo stile di scrittura. Lo consiglio a chi è curioso di conoscere una voce nipponica noir e di grande talento narrativo. Buona lettura a tutti voi.

Era disgustato, il modo di trattare quella sublime creatura in via di estinzione gli pareva volgare e superficiale. E la sua iniziale felicità prese a diminuire giorno dopo giorno, ogni volta che sullo schermo del televisore apparivano le immagini del pulcino neonato accompagnate da frasi insulse e melense che raccontavano le fase del suo sviluppo e le sue condizioni di salute.

“C’è qualcosa che non va!” scrisse con rabbia nel diario, mentre il suo scetticismo cresceva di minuto in minuto. Poi, finalmente, riuscì a cogliere il motivo del suo dissenso. Si voleva far credere che, grazie alla nascita del piccolo ibis chiamato Yuyu, l’estinzione dei Nipponia Nippon in Giappone fosse stata scongiurata. Ma Yuyu non era altro che il discendente di uccelli cinesi trapiantati sul suolo nipponico, e l’estinzione degli ibis crestati di origine giapponese era in realtà più che definitiva. Quando Haruo se ne rese conto tutto il clamore esploso intorno alla “nascita dell’ibis crestato di seconda generazione” si trasformò ai suoi occhi in un grande imbroglio. La gente cercava ogni pretesto per andare in visibilio. L’amarezza provocata dalla recessione economica imperante rendeva le persone assetate di sfoghi edonistici e di un incauto ottimismo. Come al solito, il popolo distoglieva gli occhi dalla realtà e si dava alla pazza gioia, fingendo di dimenticare le difficoltà. E Haruo, che pensava di essere al di sopra di tutto di tutti, ne approfittava per denigrare la “massa passiva e ignorante”, ricorrendo a questo e altri modi di dire triti e ritriti.

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Autore: Abe Kasughize (Classe 1968, Higashine)

Titolo: Nipponia Nippon

Anno: 2001

Casa editrice: Edizioni e/o

Traduttore: Gianluca Coci (che presto intervisterò per voi!)

Prima edizione italiana: 2018

N. Pagine: 147