Buongiorno cari lettori, oggi vi parlerò di un libro davvero particolare. Una sorta di testamento spirituale e letterario dello scrittore Hara Tamiki, testimone dello sgancio della bomba atomica il 6 agosto 1945.

Questo non è un semplice libro, una raccolta di racconti pregevoli come ce ne sono diverse sul mercato; si tratta piuttosto di un insieme di pensieri, riflessioni, intimi ragionamenti provocati da un profondo turbamento. Leggere Il Paese dei desideri non è un passatempo da nulla, i racconti si presentano di non facile lettura. Bisogna prestare molta attenzione, concentrarsi, tentare di sintonizzarsi sulla giusta lunghezza d’onda. Immedesimarsi nell’autore è umilmente impossibile, nessuno se non chi l’ha davvero vissuto può capire fino in fondo cosa significhi vivere un’esperienza così disumana.

Quest’ultima parola, io credo, é al centro delle tante riflessioni di Hara Tamiki. Cos’è l’umanità? Chi sono davvero gli esseri umani? Come convivono, nello stesso mondo, sulla medesima terra, bellezza e atti disumani? Come si sopravvive all’estirpazione violenta del proprio essere, dei propri cari? Quale è il meccanismo che spinge l’uomo a credere in un futuro, a voltare pagina e continuare a vivere? Quale è il senso di eventi così tremendi? Queste e un’altra infinità di domande senza risposta ci vengono scaricate addosso dall’autore. Lui, in balia della frustrazione e del dolore, non si dà pace per quell’avvenimento che tanto ha stravolta la sua vita. Affrontare il dolore è prerogativa di tutti noi, che lo desideriamo o meno, fa parte della vita. Ognuno adotta le strategie che ritiene più opportune per accantonare il ricordo doloroso, ma quello rimane e non si può cancellare. Forse è proprio questa la verità, la confessione ultima, dello scrittore.

La devastazione di Hiroshima seguita al lancio della bomba da parte degli Stati Uniti. Siamo nell’agosto del 1945, una giornata calda e azzurra destinata a cambiare il mondo per sempre. Hara Tamiki é ritornato da poco a vivere a Hiroshima, dopo la prematura morte della moglie amatissima. Il sei agosto lo trova in uno stato d’animo già molto provato. Diventerà suo malgrado l’esponente più importante della cosiddetta letteratura atomica, filone narrativo che tenta di spiegare e raccontare quell’esperienza, le conseguenze, la verità dei sopravvissuti. Tamiki posizionerà al centro del suo pensiero letterario e morale l’esperienza vissuta; nonostante questi suoi tentativi l’immane grandezza di quella tragedia avrà la meglio su di lui, si suiciderà poi nel ’51.

 

hiroshima
Hiroshima

 

I suoi pensieri riguardanti le conseguenze morali della bomba atomica e il rammarico fortissimo per la scomparsa della sua compagna di vita si intrecciano, fondendosi in un male di vivere che trova radici profonde nell’animo dell’autore. A noi le sue riflessioni vengono presentate attraverso quattro racconti brevi. Nel primo, Requiem, l’autore ci trascina in un mondo parallelo: quello della sua mente. Veniamo travolti da frasi sconnesse, pensieri incompiuti, domande assillanti, ricordi personali, aspettative irrealizzabili, considerazioni sulla morte, la vita, il dolore e l’insensatezza. È sicuramente il racconto di più ardua lettura, va avvicinato con calma e senza fretta. Consiglierei anzi di rileggerlo più volte, così da poter assimilare a fondo la portata dei pensieri di Tamiki. Questo primo scritto è un viaggio nella sua psiche.

In Labbra di fuoco il protagonista è un giovane vedovo di nome Ibuki. Ci racconta il suo fortuito incontro con una donna misteriosa e i loro scambi di battute si intrecciano forzatamente con le conseguenze della bomba. Nel racconto Sulle rive di una morte meravigliosa, il mio preferito, un uomo, che lavora in una casa di produzione cinematografica a Tokyo, veglia la moglie gravemente malata e condivide con lei i loro ultimi momenti insieme. In Il Paese dei desideri facciamo la fugace conoscenza di uno scrittore ammaliato dalla commistione di bellezza e distruzione. I temi più cari all’autore, sempre fittamente legati. L’ultimo bellissimo scritto, Verde infinito, parla di un altro scrittore che cerca di rimettere insieme i cocci della sua vita facendo un viaggio a Hiroshima, dalla sua famiglia. Notevoli sono in quest’ultimo scritto le nostalgiche e commoventi descrizioni della rinascita della natura, nonostante il ricordo persistente delle macerie in fiamme.

Consiglio la raccolta a chi vuole approcciare questo evento storico da un punto di vista più umano, reale, materiale. Anche a chi desidera conoscere una voce nuova nel panorama italiano, uno stile delicato, intenso e visionario. Notevole è la prefazione dello scrittore premio Nobel Kenzaburo Oe. Buona lettura amici.

“Ah sì? E così c’è un uomo che ama?”

“Ma no, vede, amare qualcuno equivale a soffrire per il fatto stesso di vivere, equivale a non riuscire ad andare avanti”

Soffrire per il fatto stesso di vivere, essere tristi, non riuscire ad andare avanti: anche queste parole risuonarono come un canto distante udito in sogno.

“E allora perché si è interessata a me?”

“Perché lei sembrava triste, mi sembrava una persona tanto triste che non riuscivo a sopportarlo”

Così dicendo si sfilò un guanto e gli tese la mano.

“Continui a vivere, continui a vivere”.

Quando lui le strinse la mano destra, la donna sussurro’ e fu come se pregasse.

hara tamiki

Compralo qui!

Autore: Hara Tamiki

Titolo: Il paese dei desideri

Anno: 1949-1951

Casa editrice: Atmosphere libri

Prima edizione italiana: 2015

N. Pagine: 125